Il tessuto spugna: quale, come, perché?

Manutenzione e uso della spugna

La spugna si usa molto e quindi si lava spesso. Inoltre la condizione “umida” è frequente, quindi il degrado è notevole. Non è un caso che tra gli oggetti tessili per la casa sia quello a maggiore rotazione e acquisto. Il problema più comune è l’appiattimento del riccio e il suo indurimento. Quando la spugna diventa rigida e dura si può dire che è in via d’esaurimento il suo percorso di vita.

Detto questo la sua manutenzione per fortuna non si può definire complicata. Valgono le normali regole di lavaggio, seguendo le indicazioni dell’etichetta. Il colore si ancora bene sul tessuto di spugna – ovviamente dipende dalla qualità della tintura – però è buona regola non superare i 40 gradi di temperatura di lavaggio ove il capo sia colorato. Il tessuto di spugna è forte, tuttavia non “ama” centrifughe troppo intense anche se normalmente, proprio per la sua capacità di assorbire acqua, si usa insistere sulla centrifuga. Un paio di consigli per il lavaggio di asciugamani e accappatoi possono risultare preziosi: in primo luogo è bene non usare o usare poco ammorbidente perché quest’ultimo è una sostanza “grassa” che rende la spugna morbida al tatto ma ne compromette l’assorbenza. In secondo luogo un suggerimento che riguarda proprio il problema di quando la spugna diventa ruvida. La spugna tende a trattenere il calcare e questo causa spesso l’indurimento della fibra. Per ovviare, almeno in parte, al problema dell’acqua un po’ troppo calcarea potete immergere la spugna per alcune ore – o tutta la notte – in una miscela di tre quarti d’acqua calda e un quarto di aceto da cucina, riuscirete a sciogliere il calcare e a rendere più morbido il tessuto. Dopodiché potete lavare la vostra spugna come d’abitudine.

Tanti usi e tanti tipi di asciugamani

Si fa presto a dire asciugamano, ma pochi si soffermano davvero a ragionare su quanti tipi e modi di usare questo complemento tessile ci sono nel mondo. Ci aiuta il web: curiosando in rete ne abbiamo trovati davvero tanti. Abbiamo soddisfatto così un po’ di curiosità e possiamo proporvi qualche spunto da applicare nella proprio quotidianità, magari per rendere più originale o “esotico” il proprio ambiente.

Tralasciamo gli usi comuni – per asciugarsi dopo il lavaggio personale – ricordando però che oltre l’asciugamano, la salvietta o lavetta e l’accappatoio, questo oggetto multiuso può essere usato anche come tappeto in bagno: non a caso, negli alberghi, è proprio un asciugamano di misure più contenute e di peso notevole a fungere da tappeto fuori doccia. Poi c’è l’asciugamano da esposizione, cioè un sottotipo dei normali asciugamani da bagno o da mani, con delle decorazioni di seta, merletti o lino, con lo scopo principale di renderlo più gradevole esteticamente. Sono utilizzati per dare un tocco in più, soprattutto nei bagni, specialmente negli Stati Uniti. Non dovrebbero essere utilizzati per asciugare alcunché, poiché i normali lavaggi e i ganci per gli asciugamani comuni li rovinano.

L’asciugamano da sport o “chamois” esiste, non è solo un altro uso del semplice oggetto da bagno: è un asciugamano utilizzato da nuotatori e tuffatori, e consiste in una salvietta super assorbente che asciuga l’acqua e quando diventa troppo bagnata può essere strizzata per far uscire fuori l’acqua in modo da poter essere utilizzata nuovamente.

Un asciugamano per sudore è spesso di taglia simile ad un asciugamano per le mani, e può servire nelle palestre per asciugare le macchine dopo l’uso.

Un asciugamano da tè (versione britannica) o asciugamano da piatto (versione americana) è un panno utilizzato per asciugare piatti, posate e altro, dopo che sono stati lavati. Nell’Inghilterra del XVIII secolo, un asciugamano da tè era uno speciale panno di lino usato dalla padrona di casa per asciugare il suo prezioso e costoso servizio da tè cinese. Una mansione che non si delegava assolutamente alla servitù perchè troppo delicata. L’asciugamano da tè fu un degli oggetti tessili prodotti in maggior numero durante la Rivoluzione Industriale. Oggi gli asciugamani da tè pitturati sono attraenti souvenir da collezione, e vengono a volte utilizzati come decorazioni sulle pareti nei ristoranti in Europa. Un altro uso tipicamente anglosassone è quello di utilizzare un wash cloth, flannel, o face cloth – cioè un piccolo quadrato della larghezza all’incirca di un asciugamano per mani – come applicatore del sapone sulla pelle, soprattutto del viso. Ciò aumenta l’abrasione e può rimuovere le cellule di pelle morta dall’epidermide più efficacemente della semplice applicazione e sfregamento manuali del sapone.

Infine andiamo in Asia: un asciugamano bagnato (oshibori) viene utilizzato in Giappone per detergersi le mani prima di mangiare.

 

 

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