La spugna, o meglio, il complemento tessile realizzato con questo tipo di tessuto, è l’elemento di biancheria per la casa più diffuso e di maggior consumo nelle case di ciascuno. Serve, ovviamente, per asciugare. Ma come è fatto, che tipi di fibra si usano, come si sceglie, cosa ne determina la qualità? E poi come si fa una corretta manutenzione? Cerchiamo di dare alcune risposte.
La relazione tra l’uomo e la spugna è solo una parte del rapporto primario che esiste tra l’essere umano e il bisogno di asciugarsi, nelle più diverse situazioni. In effetti la spugna rappresenta un’evoluzione migliorativa, caratteristica del Novecento, dello strumento asciugamano, nato tempi immemorabili fa a Bursa, in Turchia, quando le sale termali di quella città erano famose in tutto il mondo “civile”. Dunque tela di lino, tela di cotone, tessuto a nido d’ape e poi, spugna, nella quasi totalità dei casi in puro cotone. Sicuramente il tessuto per asciugarsi oggi più diffuso e utilizzato al mondo. Si tratta, senz’altro, dell’evoluzione di prodotto, nell’ambito della biancheria per la casa, più intensa e continua, tant’è che da qualche anno anche la spugna ha un concorrente innovativo ed efficace, la microfibra, tuttavia ancora lontana dallo scalzare il regno del “tessuto a riccio”.
La spugna, il complemento ideale per la sala da bagno
Senza entrare nello specifico storico degli altri supporti, diciamo che oggi la spugna è considerata come l’oggetto tessile migliore per soddisfare due esigenze: decorare l’ambiente bagno e asciugare in modo confortevole il corpo. Ma fermiamoci, per ora, al primo caso. La sala da bagno una volta era chiamata semplicemente “i servizi”. Da qualche anno è diventato un locale importante della propria casa, attrezzato come un centro benessere e arredato come un soggiorno. Per questa ragione l’offerta di complementi in spugna è pressoché sterminata: decine e decine di colori nelle cartelle cromatiche delle tinte unite, centinaia di decorazioni tessute jacquard e poi, da qualche tempo, anche rifiniture e applicazioni a rendere ancor più ricercato il capo proposto. Per non parlare del ricamo: sia esso la semplice proposizione della personalizzazione con le cifre, fino a decori multicolore e inserti via via più preziosi come i macramè, il tulle, i pizzi fatti a mano e chi più ne ha più ne metta. La spugna dunque è un elemento utile e confortevole, ma anche quel tocco finale che può rendere originale e perfetto un ambiente. Non solo: cambiamo i set di spugne in un bagno e avremo cambiato lo stile dello stesso, perché le spugne sono sempre almeno due in un ambiente bagno, ma normalmente – nel caso di una coppia – saranno almeno quattro, due asciugamani e due ospiti, quindi i “punti” colore determinati da essi si faranno ben visibili e capaci di cambiare davvero l’aspetto di questa stanza. Nella consuetudine della maggior parte di noi la spugna si cambia quando si consuma, non asciuga più o è diventata ruvida. Pochi si soffermano a ragionare sul fatto che il suo costo unitario è mediamente abbordabile e che il suo ruolo estetico è fondamentale: avere molti coordinati di spugna permette di avere tanti stili di bagno a disposizione. Giocare ad arredare con questo elementi tessile è quindi facile e raggiungibile senza particolari patemi di portafoglio.