
Un materasso giusto è la base indispensabile per un sonno e un riposo di qualità. Quanti mal di schiena, indolenzimenti e attacchi di nervi ci si possono risparmiare se non si sbaglia a scegliere il materasso, lo si accoppia alla giusta rete e lo si completa con un guanciale adeguato? Cerchiamo di mettere ordine alle idee e alle informazioni, dando qualche consiglio su come e cosa scegliere per il proprio riposo. Fuori dai luoghi comuni, lontano dai terribili televenditori, e con la consapevolezza che la prima cosa da fare è provare il materasso in negozio prendendosi tutto il tempo necessario per la scelta. Ponetevi una semplice domanda: il vostro letto vi è amico o nemico? Sappiate che ci passerete circa un terzo della vita, quindi molto meglio che sia alleato piuttosto che un avversario col quale combattere ogni santo giorno. Non solo. Sappiate che se sarà nemico, inesorabilmente, la battaglia la vincerà. Voi ne uscirete con dolori diffusi in tutto il corpo, colli bloccati, orecchie irritate e infiammate, financo un peggioramento dei bruciori di stomaco e dei disturbi da riflusso gastro-esofageo. Senza dimenticare un disperato bisogno di riposare!
Se pensate che abbia esagerato con “l’attacco” di questo pezzo sappiate che non è così: il materasso con il guanciale e il piano letto sono elementi davvero fondamentali per rovinare o esaltare la qualità della nostra vita. Dunque è bene sapere esattamente a cosa si va incontro se la scelta del materasso – e delle altre componenti – non viene fatta con cura e con un minimo d’informazione.
Il materasso si prova, si prova, si prova
Nonostante i milioni di pezzi venduti da ogni forma di televendita – fatto che già di per sé dimostra quanto ci sia bisogno di questo genere di informative – cominciamo subito col dire che un materasso non si compra senza averlo provato a fondo e che il “mitico” materasso ortopedico non è necessariamente una lastra d’acciaio sulla quale collocarsi. Quindi niente televendite, affari su internet, acquisti per corrispondenza, proposte via mail. Mirabolanti sconti che portano il prezzo di un materasso a un decimo del costo medio “on street”, mai come in questo caso, indicano se non una vera e propria fregatura almeno un prodotto di scarsissima qualità e siccome, ribadiamo, di mezzo c’è la salute, lasciate davvero perdere. Non stiamo acquistando un oggetto d’arredo ma qualcosa che ci aiuta a stare bene, bando quindi a timori e timidezze quando si entra in negozio: il vostro diritto come consumatore è quello di provare per tutto il tempo che volete il materasso che dovrete scegliere e un negoziante corretto ne è consapevole. Quindi niente paura, una timida e fugace seduta sul bordo del materasso – che dovrà essere a disposizione senza alcun rivestimento in plastica – non serve assolutamente a nulla. E anche distendersi supini, rialzandosi alla velocità della luce come se si fosse sui carboni ardenti, serve a poco. Il materasso va provato con calma, avendo avuto cura di vestirsi con abiti comodi, rilassandosi e chiudendo gli occhi, girandosi più volte per verificare la risposta in tutte le posizioni, anche quelle che normalmente non vi sono consuete per il sonno. In pratica stiamo per scegliere una sorta di vestito per le notti della successiva decina di anni (vita massima di un materasso di buona qualità): scegliereste un bel trench senza indossarlo, testarne la comodità, specchiarvi per vedere come vi sta?
Materasso sbagliato, disturbi del sonno sicuri
Esiste un verificato e immediato rapporto causa-effetto – per esempio - tra l’eccessiva rigidità del materasso e i disturbi del riposo che causano problemi. E non è solo questione di torcicollo o dolori di schiena. Un materasso troppo duro provoca un sonno non riposante, con continui cambi di posizione e il conseguente non raggiungimento della fase REM (rapid eye movement) del sonno, ovvero quella più profonda e di effettivo recupero. Inoltre la compressione dei vasi sanguigni periferici provoca ipossia e conseguenti formicolii e irrigidimenti. Per capirci, è quello che succede quando tenete premuto un dito sul dorso dell’altra mano – pelle bianca e scarsa circolazione del sangue – lo stesso avviene per tutta la notte, e per tutte le notti, nel caso utilizziate un letto troppo rigido.
Potremmo continuare compilando una specie di prontuario medico ma lo evitiamo: meglio concentrarsi su come evitare tutto ciò. Raccomandata una prova approfondita e convinta, bisogna però procedere a una prima selezione basata su peso, statura e posizione preferenziale assunta durante il sonno. Tali informazioni vanno date al negoziante specializzato, così lui vi indirizzerà verso il segmento giusto di prodotti. Altra prova empirica ma efficace è quella della mano: in posizione supina infilate la mano fra la zona lombare e il materasso. Se la mano stenta a entrare, il materasso sarà troppo morbido e non sosterrà la schiena a sufficienza, al contrario, se la mano entra troppo facilmente il materasso sarà troppo rigido, con le conseguenze già descritte. In definitiva durante la prova del materasso dovrete porvi queste domande: La prima sensazione è confortevole? Il grado di durezza è giusto? Vi sentite ben sostenuti in tutte le posizioni? Dopo un po’ sentite compressione sugli arti? I materiali sono di buona qualità? È silenzioso? La garanzia è soddisfacente?
Ma c’è una tabella che guidi nella scelta del grado di rigidità? In realtà ci sono molti metodi, più o meno scientifici, ma quella che ci sentiamo di suggerire fa riferimento all’indice di massa corporea e a una tabella conseguente. In pratica si divide il peso per il quadrato dell'altezza (esempio: 170 cm x 80 kg corrisponderà a 80/(1,7x1,7)= 27,7) e con tale risultato ci si riferisce alla tabella che crea una relazione tra IMC e grado di rigidità:
- <18,5 sottopeso, grado soffice
- 18,5-25 normopeso, grado soffice-medio
- 25-30 sovrappeso, grado medio-medio/rigido
- 30-40 obesità di medio grado, grado rigido
- >40 obesità di alto grado, grado rigido
Questo però serve solo a restringere il campo della scelta alla portanza più vicina all’ideale. Per il tipo di materasso verso cui orientarsi, è solo una questione di gusti ed eventualmente, come vedremo più avanti, di trovare il giusto equilibrio per l’intero sistema letto (quindi rapporto tra materasso, rete e guanciale).
Dalle classiche molle al viscoelastico high-tech
Molle, lattice, espanso, memory foam. A prima vista questi materassi possono sembrare tutti uguali. In realtà sono profondamente diversi ed è bene conoscerne le caratteristiche. Partiamo però da un consiglio: la rete o il supporto potrà essere matrimoniale ma è sempre meglio utilizzare dei materassi singoli. Alcuni produttori vi diranno che i loro prodotti sono in grado di fornire supporti differenziati ma mi sento di essere abbastanza scettico da questo punto di vista. Meglio separare i materassi e permettere così di avere risposte calibrate e differenziate. È vero che in alcuni casi la zona di unione tra i due elementi potrà risultare più rigida o scomoda (per esempio con due prodotti a molle di buona qualità) ma i benefici sono senz’altro molti di più.
Cominciamo col più classico, il materasso a molle: in questo caso un prodotto di qualità è caratterizzato da un elevato numero di molle. Maggiore è il loro numero, maggiori sono i punti di appoggio del corpo, minore stress subisce l’intero molleggio nell’arco della vita del prodotto. Diciamo che un materasso singolo che contiene 400 molle insacchettate singolarmente (questo genere d’insacchettatura indica qualità) può essere considerato nell’ambito della buona qualità. Altri elementi da valutare sono una carenatura perimetrale rigida ad alta densità che supporti perfettamente il peso del corpo quando il consumatore si siede sul bordo del materasso al risveglio, la qualità e lo spessore dello strato di feltro posto sopra il molleggio che dona stabilità e robustezza all’intero prodotto e lo strato realizzato in espanso che, posizionato subito sotto il rivestimento, ne determina il grado di morbidezza e incide fortemente sull’intera ergonomia del materasso. L’insacchettatura singola permette poi di realizzare molle con diversi diametri di filo – e quindi diversi valori di resistenza – che, disposte a zone differenziate, rendono il prodotto capace di restituire portanze differenti e ben distribuite sull’intera lunghezza del corpo. Tali prodotti nella fascia di qualità – ragionando sempre sulla dimensione singola – non possono stare sotto i 500 euro.
Un’altra tipologia di materasso è quella in lattice. Questa è una sostanza naturale estratta da un albero che si chiama “hevea” e, dopo alcuni processi di lavorazione, si trasforma in gomma di lattice. Può essere del tutto naturale – wild latex, - miscela tra sintetico e naturale (lattice Nro) oppure ricavato da sintesi (lattice Sbr). Quello naturale è facilmente riconoscibile perché decisamente più elastico di quello sintetico. Il materasso in lattice naturale – pur essendo costoso, a partire dai seicento euro per un singolo – è certamente un’ottima scelta: l’estrema elasticità di questa tipologia permette di cambiare posizione durante il sonno in maniera agevole, tuttavia vale sempre lo stesso discorso, va provato. La lastra di lattice che compone il materasso permette, ovviamente, la creazione di zone di portanza ben differenziate ma per essere un prodotto di qualità dovrà avere uno spessore di almeno 16 centimetri e una densità di 65 kg/mc.
Passiamo ora alla categoria dei materassi in poliuretano espanso. Questo materiale è conosciuto da tutti come elementi per le imbottiture – il termine “volgare” è gommapiuma – e considerato materiale povero. Eppure si tratta di un elemento di sintesi realizzato da polimeri con una gamma estesissima di applicazioni, dimostrando una versatilità più unica che rara. Altro aspetto da non sottovalutare è che l’evoluzione tecnologica ha portato a produrre materassi con poliuretani sempre più perfezionati e attenti all’ambiente, addirittura eco-compatibili da quando l’acqua è diventata unico agente espandente. L’espanso può essere prodotto con cellule aperte o chiuse. Maggiore sarà l’apertura della cellula, maggiore l’elasticità e il ricircolo d’aria al suo interno. Le performance positive del poliuretano espanso si esaltano in particolare nella sua indeformabilità: sopporta grandi deformazioni e recupera rapidamente la dimensione originaria, ha grande flessibilità e un buon grado d’isolamento. Il poliuretano a poro aperto ha una struttura simile a quella della spugna naturale, è quindi un materiale igienico e traspirante, capace di disperdere il calore e l’umidità mantenendo gradevole la temperatura del corpo. Al poliuretano a base d’acqua si affiancano poi altre molecole di ultima generazione come il Waterlily (in accoppiata o realizzati completamente con tali materie), abili a comporre un prodotto anallergico, antibatterico e antiacaro, particolarmente adatto ai sofferenti di allergie, oltre che completamente riciclabile. Il costo dei materassi in espanso è molto variabile, ma anche in questo caso non bisogna farsi attrarre dagli sconti mirabolanti: ci vogliono 400/500 euro per un prodotto singolo decoroso ma, soprattutto, va verificato uno spessore adeguato del materasso con uno strato di materiale diverso atto a definire la rigidità del prodotto, un rivestimento di qualità e zone differenziate di portanza.
L’ultima tipologia in esame è quella più innovativa e high-tech, cioè la schiuma viscoelastica. Comunemente chiamata memory-foam è probabilmente la materia più gettonata attualmente nella classifica dei materassi. La sua speciale struttura cellulare le permette di automodellarsi attraverso l’azione termica del corpo, assorbire e distribuire gradualmente il peso corporeo in modo uniforme e bilanciato, minimizzare i punti di eccessiva pressione tra corpo e materasso. Il beneficio di tale supporto è immediato poiché la capacità di conformarsi alle forme del corpo è pressoché immediata. In questo caso la gamma prezzi sale e si colloca – sempre per la versione singolo – tra i 700 e gli 800 euro per un prodotto garantito e di qualità che non potrà avere uno spessore inferiore ad almeno 18 centimetri.
L’importanza del rivestimento
Il materasso dovrà essere traspirante, capace di regolare la temperatura corporea e non provocare allergie. Queste caratteristiche sono determinate dai materiali utilizzati per l’interno ma anche, e in modo davvero importante, da quelli che ne compongono il rivestimento esterno. Un elemento da valutare in sede d’acquisto è se preferire un prodotto due stagioni (lato cotone e lato lana per l’inverno, però generalmente non sfoderabile) oppure una fodera facilmente rimovibile e lavabile in lavatrice magari – nel caso di persone affette da allergie – ad alte temperature. La seconda soluzione, in generale, a nostro parere è preferibile perché massimizza il grado di igienicità, in ogni caso le fibre e i tessuti che si usano per il rivestimento esterno sono tutte di origine rigorosamente naturale: si parte dal lussuoso cashmere, poi la seta, il bamboo – nei prodotti molto “eco” è particolarmente gettonato – naturalmente il cotone, il lino e la lana. La sfoderabilità non è una “fisima” igienista: il nostro corpo in una sola notte può arrivare a rilasciare qualcosa come 500 grammi di liquidi e scaglie di pelle, provate a pensare cosa succede in solo un anno di utilizzo. Diventa cruciale quindi poter lavare – almeno due volte l’anno – il rivestimento esterno del materasso, altrimenti quest’ultimo diventa in poco tempo un pagliericcio dannoso e sporco. Un altro aspetto da non dimenticare nella scelta del prodotto – e facilmente verificabile nel caso del prodotto sfilabile – è la qualità del particolare: bordature, cuciture esterne e interne, spessore e qualità dell’imbottitura. Insomma quella che si può definire “la rifinitura” del materasso deve essere curata tanto quanto la qualità dell’interno. Cuciture mal fatte si rompono dopo pochi lavaggi del rivestimento, quelle interne poco curate renderanno più fragile il prodotto, quelle esterne poi possono abbassare notevolmente il grado di comfort. È bene poi che il materasso abbia anche una controfodera interna, in modo da proteggerlo e continuare a utilizzarlo quando si sfodera per la manutenzione. E poi non dimentichiamoci le maniglie: sono indispensabili per spostarlo e giralo e devono essere comode e robuste. In ultimo è bene che ci sia anche una fascia traspirante perimetrale al materasso. Migliora la traspirabilità e la ventilazione creando un microclima sfavorevole alla proliferazione degli acari.
Ma cos’è un sistema letto?
Ci siamo lungamente soffermati sul materasso perché è la componente cruciale per il nostro benessere notturno, tuttavia proprio questo benessere è il frutto del giusto equilibrio di ogni componente del fatidico sistema letto: cioè rete, materasso, guanciale. Ciascuna di queste parti deve essere adeguata e coerente alle altre pena la perdita della qualità del riposo. Nessun materasso darà il meglio di sé se lo si appoggia su una rete inadatta a quel modello poiché il materasso deve reagire al più piccolo cambiamento di pressione (questo viene chiamato microadattamento) mentre la rete deve compensare le pressioni più forti esercitate da fianchi e spalle (macroadattamento). Tuttavia è l’equilibrio tra i due elementi a dare i risultati migliori. Il tipo a molle vuole una base uniforme: l’ideale sono doghe di legno larghe, ma non troppo distanziate (massimo 6 cm), o piano in legno con fori di aerazione; perfetto il sommier a molle, che potenzia elasticità e sostegno. Il lattice deve traspirare per smaltire umidità, quindi rete sempre a doghe di legno, ma larghe meno di 7 cm, anche dotate di movimento. No a reti di metallo (superate): si incurvano e si ritiene conducano le onde elettromagnetiche.
Altrettanto importante è l’armonizzazione tra materasso e guanciale. È bene sapere che nessun guanciale è quello giusto per una persona che dorme di fianco se il materasso non cede correttamente nella zona delle spalle. Il cuscino serve a sostenere il collo durante il sonno: se svolge male tale compito siamo costretti a una posizione innaturale per la muscolatura con conseguenti dolori cervicali. Chi dorme di fianco dovrebbe usare un cuscino medio-alto per mantenere l’allineamento testa-collo-colonna vertebrale. Chi dorme a pancia in giù dovrà invece usare un cuscino piuttosto basso. Il cuscino in piuma è naturale e traspirante ma offre poco sostegno; quello in fibra di poliestere è traspirante e lavabile ma poco ergonomico mentre quello in schiuma visco-elastica si adatta perfettamente alla forma della testa e garantisce un sostegno uniforme ma può essere poco confortevole per chi soffre il caldo. Ognuno di questi ha quindi por e contro e, ancora una volta, qualsiasi consiglio si scontra con la necessità di una prova personale. L’unico aspetto da non dimenticare assolutamente è che il guanciale è a contatto diretto con la testa e quindi è una sorta di ricettacolo di germi e acari, per questo va arieggiato il più frequentemente possibile e la sua manutenzione deve essere puntuale (quindi è ovvio che va scelto un guanciale sfoderabile) tenendo presente che la sua vita media non può superare la metà di quella di un materasso. Al massimo ogni cinque anni va cambiato.
Ringraziamo la Manifattura Falomo srl di Morsano al Tagliamento (PN) dalla cui “Guida alla scelta di un materasso di qualità” abbiamo tratto molto materiale per la realizzazione di questo servizio. Sul sito dell’azienda – www.manifatturafalomo.it – è presente un blog in continuo aggiornamento (Il Sano Dormire) e libera consultazione sul quale il pubblico può trovare molte notizie e curiosità sul benessere del riposo.