Progettare il negozio. Intervista ASA Studio Albanese

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Per farci un’idea su come gli spazi negozio evolveranno in futuro e saranno in grado di offrire al cliente una “shopping experience” soddisfacente abbiamo incontrato architetti e designer abituati a confrontarsi con queste problematiche.

Il trio di progettisti Flavio Albanese, Franco Albanese, alla guida dello studio ASA Studio Albanese, insieme a Piero Corradin, per il negozio che verrà dicono che si sta andando: «Verso la rarefazione degli spazi rispetto alla massificazione».

Come può il punto vendita riflettere il presente e far vivere al consumatore un’esperienza arricchente? A questa domanda rispondiamo che per noi la contemporaneità non è un elenco di prescrizioni, ma una condizione esistenziale. Essere contemporanei significa vivere una sfasatura tra presente e futuro che consiste nell’anticipazione dell’avvenire.

Ogni individuo, però, è contemporaneo a modo suo e ogni progetto rappresenta un caso specifico di contemporaneità. Per questa ragione la nostra idea di contemporaneità è quella di un’azione progettuale di volta in volta diversa, concepita mettendo in comunicazione la nostra visione di futuro con quella proposta dalla committenza, in modo che questa dialettica possa pervenire a un’espressione di contemporaneo personale e tagliata su misura. A causa della diffusione del Covid è possibile che nell’ambito del retail si assista a un’evoluzione verso la rarefazione degli spazi rispetto alla massificazione: la compressione dei flussi e degli accessi avrà delle conseguenze sui rapporti dimensionali degli ambienti, sulla quantità e modalità degli oggetti esposti, sui tempi di attesa, etc.

In questo senso i nostri progetti di negozi erano già dei parlanti nativi del nuovo linguaggio: sono stati progettati per visitatori che hanno la possibilità di prendere i propri tempi e i propri spazi, senza fretta né congestione. Per noi la narrazione è l’essenza di ogni progetto, a maggior ragione quando ci si confronta con brand portatori di grandi storie e valori. Il compito del progettista è quello di tradurre queste storie e questi valori in una grammatica architettonica, convertendola cioè in spazi, volumi, luci e arredi.

La collaborazione con Thom Browne è un esempio perfetto di questa dinamica: abbiamo trasferito il concetto di “nuova proporzione” dagli innovativi tagli degli abiti maschili alla scansione degli spazi per i negozi. Questo plot originario diventa un leitmotiv visibile e percepibile in una fluida continuità tra contenitore e contenuto, spazi e oggetti.

E a proposito del rapporto con il committente pensiamo che la sfida e l’obiettivo di un designer siano quelli di considerare i perimetri e le pressioni del contesto senza lasciarsene sopraffare, esprimendo le proprie idee nonostante le limitazioni e le richieste, e anzi utilizzandole nel processo creativo come stimoli anziché come ostacoli. D’altra parte solo mettendo in discussione i propri credo in un dialogo con l’esterno e con il diverso da sè si acquisiscono nuove nozioni e nuove esperienze.

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