Made in Italy, un brand da pensare, produrre, tutelare e comunicare: Laura Tarroni

Laura Tarroni

Laura Tarroni, direttore di Casastile e Arredo e Design

Di fronte ai dati in crescita e al potenziale ancora inespresso del Made in Italy, nasce l’esigenza di fare qualche riflessione sul significato di questo “capitale”. E per capire il fenomeno di cui stiamo parlando, Laura Tarroni presenta un rapido flash che mette in evidenza i settori più trainanti e i mercati di riferimento. Proponendo anche una interessante carrellata di brevi interviste ai giornalisti della stampa internazionale di settore che hanno raccontato qual è la percezione del Made in Italy all’estero.

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Il 2015 è stato un anno eccezionale per l’export italiano: il trend positivo, cominciato nel 2009, prosegue e giunge a un saldo di 122,4 miliardi. I settori che trainano di più sono l’automazione meccanica, l’abbigliamento moda, l’arredo casa e il settore alimentari-bevande. E l’aspetto interessante è che a essere vincenti nell’export sono proprio le PMI, perché giocano sulla sensibilità, sull’elevata partecipazione, sulla cultura del buon gusto e sul saper fare, che sono le carte fondamentali per giocare sui mercati dell’export.

Ma quali sono i principali partner commerciali? Germania, Francia, USA e Regno Unito. In crescita Emirati Arabi (+15,4%), Stati Uniti (+15,2%) e Spagna (+10%). In contrazione, invece, Austria (-0,2%) e Russia (- 25,2%). Se penetriamo nel settore casalinghi in metallo, la quota di export è del 65% (562 milioni di euro), e i principali partner sono Germania, Francia e Spagna e gli Stati Uniti in crescita con un +54% (fonte Anima). Ma anche nel settore tessile casa il trend è favorevole (+1,5%), un po’ diversificato, con punte di biancheria casa (+ 5,3%) e il tessuto tecnico (+5,8%), e a seguire i tessuti (+0,45) e i filati (-2,7%). Principali partner sono Germania, Francia e in crescita Regno Unito e Spagna per l’area UE, mentre Stati Uniti (+ 22,1%), Hong Kong (+17,2%) e Russia in contrazione (-31,5%) per l’area Extra UE.

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Ma – numeri a parte - qual è la percezione del Made in Italy all’estero? Paesi come la Germania – che nel 2014 ha importato prodotti italiani per 48,5 milioni di euro - apprezzano l’Italian lifestyle per il food (il caffè), ma anche per gli articoli di vetro, le stoviglie, i dispositivi elettronici e le borse. Parole chiavi per Olanda e Australia è il buon design, la qualità, il valore e lo stile, valori che vengono associati alla gente e allo stile di vita italiano. Per l’America “la bellezza della forma è importante quanto la qualità e la funzione”. Quanto al prezzo, se per il Brasile è una criticità, per altri – come il Canada – è “un’alternativa gradita al made in Cina perché il consumatore canadese vuole il meglio”.

Bottone

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