Cinquant’anni e non li dimostra. Cinelli Piume e Piumini vanta un’esperienza notevole nel complesso mercato dell’imbottitura naturale. Nei suoi primi 50 anni ha dovuto affrontare problematiche di ogni genere, prima fra tutte l’approccio a un pubblico nazionale che, fino a qualche anno fa, non aveva nessuna conoscenza della piuma come parte essenziale di un sistema confortevole, pratico ed efficace per il riposo. Eppure oggi è marchio solido e conosciuto. Una celebrazione di compleanno che non è traguardo ma semplice tappa evolutiva, come ci spiega Riccardo Leporini, direttore commerciale dell’impresa. Si può facilmente immaginare che nel 1964, anno di fondazione della Cinelli Piume e Piumini, solo l’eletta schiera di chi viaggiava – per lavoro o per disponibilità – verso i lidi del nord Europa, conoscesse la piuma come componente essenziale del sistema letto. Per il resto degli italiani la coperta era un elemento insostituibile, era “per la vita”, come recitava un famoso slogan pubblicitario dell’epoca. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, il prodotto in piuma (almeno quello d’abbigliamento) è diventato comune e davvero di massa e il piumino da imbottitura non è più un oggetto un po’ misterioso e straniero. Ecco, di questa evoluzione e maggior conoscenza diffusa (naturalmente spinta per la maggior parte del mondo dal capo spalla) certamente Cinelli se ne può aggiudicare una parte di merito, perché l’azienda toscana può fregiarsi di non aver mai, nei suoi cinquant’anni di storia, smesso di promuovere il prodotto di qualità, spingendo nei limiti del suo possibile sempre l’acceleratore su una comunicazione/educazione orientata a spiegare al consumatore cosa volesse dire dormire tra le soffici volute di un imbottito in piuma. Non è stato un percorso semplice: le disponibilità di un’impresa che opera nell’arredamento, necessariamente collegate a fatturati che non possono neanche essere paragonati a quelli dell’abbigliamento, hanno obbligato Silvano Cinelli a compiere passi sempre attenti e ragionati eppure, senza mollare mai il colpo anche nei momenti più difficili, l’azienda è cresciuta, si è sviluppata e, soprattutto, la notorietà del marchio nel segmento della biancheria ha raggiunto un livello notevole, rendendo il brand un riferimento di qualità e garanzia. Unica barriera possibile contro un mercato dove il prodotto d’importazione e di infima qualità ha sempre una visibilità potente grazie, soprattutto, alle politiche miopi della grande distribuzione.

Oggi, mentre festeggia un importante compleanno, la fotografia dell’impresa di Borgo a Buggiano descrive una solidità invidiabile: un quarto della produzione è orientata al mondo della copertura o imbottitura letto, il restante è suddiviso tra area contract (sempre mondo del letto nel comparto alberghiero), abbigliamento (materiali vergini d’imbottitura e tessuti a tenuta piuma per terzisti), arredamento (materiali per imbottitura dei divani) e produzione di capi spalla conto terzi. Con queste caratteristiche si giunge dunque a festeggiare l’anniversario dei cinquant’anni di attività, soglia che però è solo un primo passaggio intermedio di una corsa a crescere che proprio negli ultimi anni sta dando particolari soddisfazioni. Sarà Riccardo Leporini, Direttore Commerciale di Cinelli Piume e Piumini, a raccontarci le iniziative programmate per i festeggiamenti e i programmi per il futuro prossimo venturo dell’azienda toscana.
Cosa avete programmato per festeggiare i vostri primi cinquant’anni?
Abbiamo cercato di fare un programma capace di premiare e coinvolgere ciascun attore della nostra storia. Prima di tutto i dipendenti – ci sono persone che stanno con noi da oltre 30 anni - a cui è stato regalato un viaggio di una settimana in Tunisia, poi i nostri negozianti, partner indispensabili per comunicare il valore delle nostre scelte in termini di garanzie produttive e qualità del capo finito verso il consumatore finale. Infine proprio i consumatori utilizzando due modelli promozionali: il primo, più classico, con un voucher di 50 euro di sconto a fronte dell’acquisto di una trapunta; il secondo, più social, usando la nostra pagina Facebook. Per i rivenditori organizziamo un concorso vetrina riservato a chi acquista la nuova collezione A/I 14-15: una giuria esaminerà le foto delle esposizioni realizzate nella stagione di vendita e i tre primi classificati si aggiudicheranno dei soggiorni vacanza premio. Per i consumatori, invece, oltre al buono sconto, ci sarà un contest su Facebook in cui saranno invitati a votare (con il classico ”like”) la fotografia della vetrina che preferiranno, in questo modo acquisiranno il diritto a partecipare all’estrazione di un plaid della collezione firmata da tre artisti internazionali, creata proprio per celebrare il cinquantenario dell’azienda.
Parliamo di questa collezione di plaid: tre artisti di valore per un accessorio dedicato al living. È una sorta d’indicazione della nuova frontiera d’utilizzo del prodotto imbottito in piuma per la casa?
No, non pretende di dare nessuna indicazione di tendenza e poi il plaid non è certo una novità. Semplicemente ci piaceva l’idea di affidare ad artisti il progetto celebrativo e il plaid ci è sembrato il supporto ideale per dare forma utile a un elemento decorativo da tenere sempre in vista nell’utilizzo quotidiano dell’ambiente domestico. I tre artisti che hanno collaborato alla creazione di questa mini-collezione sono di sicuro valore: Kaffe Fasset è una sorta di guru del lavoro a maglia e del patchwork; Aleandro Roncarà è considerato l’erede dei grafismi nello stile di Keith Haring e Alberto Baggi è un designer specializzato nella creazione di tessuti di alto livello. Ne è nato un tris di creazioni imbottite in 90% piumino d’oca che, al di là della celebrazione, sono sicuro ci darà grandi soddisfazioni.
Il percorso di Cinelli dal 1964 ad oggi ha sempre visto l’azienda puntare sulla qualità, senza mai deflettere da questo obiettivo primario. Qualità industriale per i processi produttivi d’avanguardia e modernità e qualità del prodotto finito in ogni sua parte. Il domani della vostra impresa da che cosa sarà segnato?
Partiamo da un presupposto: proprio negli ultimi cinque anni – quelli della crisi – l’azienda ha mostrato di saper incrementare le proprie quote di mercato affermandosi, conquistando nuovi clienti e fidelizzando i consumatori. Abbiamo chiuso il bilancio 2013 con un +5% e i segnali del portafoglio ordini sono molto confortanti. Ciò significa che il lavoro compiuto e gli sforzi di programmazione, aggiornamento degli impianti e comunicazione, danno i loro frutti. Per noi affermare che tutto il processo di lavorazione della piuma è strettamente Made in Italy e sotto maniacale controllo non è la solita dichiarazione promozionale. È un fatto verificabile tranquillamente e da chiunque. Poi, certamente, abbiamo sfruttato la situazione contingente: il settore letto dell’imbottitura in piuma non ha perso pesantemente come altri comparti e la diversificazione dei mercati tra contract, arredamento e forniture di materia prima e tessuti per l’abbigliamento e produzione dei capi spalla per conto terzi ci ha favorito. Quindi mi sento di affermare con tranquillità che le attuali strategie della Cinelli Piume e Piumini sono quelle del presente e del futuro, anche in considerazione del fatto che la conoscenza diffusa della piuma nel consumatore è in crescita, e questo rappresenta un vantaggio sicuro. Le nostre collezioni dedicate al letto - in tutte le loro articolazioni, dagli imbottiti, ai guanciali, alle trapunte – sono ben diffuse in Italia grazie ai trecento punti vendita nostri clienti; all’estero siamo in 50 dettagli specializzati, una cifra che senz’altro potrebbe crescere…
…Quindi sull’esportazione avete ancora da fare…
Sì, diciamo che nella quota d’esportazione – oggi attorno al 20% del fatturato – ci sono ampi margini di crescita, però ci vogliono forti investimenti e quindi dobbiamo procedere con cautela e gradualità.
Nella vostra comunicazione c’è qualcosa da cambiare o introdurre come novità?
In comunicazione la nostra azienda spende qualcosa come il 2,5% del fatturato annuo, oltre a un altro 1,5% destinato alle fiere. Direi che già così, per un’azienda delle nostre dimensioni, l’investimento è notevole. Tutto è perfettibile naturalmente ma il nostro sforzo è costante e continuo. Produciamo materiale informativo come poche altre aziende del settore e ai nuovi media guardiamo con attenzione, “social” compresi.