Il valore della concretezza

In Lodetex su un complesso di trentacinque addetti, otto fanno parte del team creativo (cinque con compito di designer operanti su quattro postazioni CAD complete che permettono di passare dallo schizzo/bozza alla messa su carta in linguaggio macchina per il telaio) e tredici fra tutti gli addetti sono ad alto grado d’istruzione (laureati in ingegneria tessile o periti). Questo quadro molto qualificato delle risorse umane dell’azienda di Busto Arsizio rende chiaro quale sia il futuro per l’azienda tessile: specializzazione, competenza e valore aggiunto. Il tutto senza pubblicità e senza visibilità, costruendo la propria promozione solo sulla prova dell’affidabilità e dell’efficienza. Una sorta di braccio creativo/produttivo al servizio dell’editoria tessile che, invece, fa dell’immagine e della visibilità il suo valore trainante.

 

Creazione e produzione nei linguaggi del mondo

Lodetex è formata da un gruppo tutto sommato ristretto di persone: insomma siamo di fronte a un’impresa tipicamente media per dimensioni nel panorama nazionale. Eppure rappresenta un concentrato di qualità che in molti altri settori potrebbe essere preso a esempio (alla faccia del “tessile maturo e sorpassato”). Questa impresa esporta il 95% della sua produzione, operando in Europa, Usa e Giappone e scaldando i motori per i nuovi mercati in Asia e Sudamerica. Parla, stilisticamente, il linguaggio del mondo, proponendo linee di tendaggio capaci di far innamorare l’editore tessile olandese come quello giapponese, il “quadrato” tedesco o “l’emotivo” americano. E tutto questo nel mondo del tendaggio, ovvero in un campo tessile nel quale è indispensabile muoversi e aggiornarsi in continuazione. Il tendaggio è una sfera complicata e affaticante, nella quale il tessuto di successo non si crea solo con una buona sala telai: lo studio e la ricerca di nuove materie tessili, l’applicazione di rigorosi dettati tecnici per l’ambito del contract, obbligano chi opera nel campo a non prendersi mai pause. Non solo. Il magazzino delle materie prime, se si vuole rispondere con rapidità alle richieste del cliente, deve essere ingente e, soprattutto, d’avanguardia. Ecco che allora poter esibire caratteri di esclusività, come la capacità di realizzare con tessuti flame retardant mani talmente morbide e sofisticate da rendere le linee che le riportano applicabili e proponibili anche all’ambito residenziale, oppure la messa in funzione di una macchina da stampa digitale in altezza da 340 centimetri (macchina che è il fulcro dell’investimento di cui parlavamo prima e che non ha eguali in Italia), diventano i biglietti da visita più sostanziosi per presentarsi ai nuovi clienti o rendere ancora più stretto il rapporto con quelli esistenti. «Sulla composizione della clientela abbiamo le idee molto chiare – prosegue Farhanghi. – Noi operiamo con una cinquantina di clienti in tre continenti, e sono attualmente l’espressione massima dell’editoria tessile del mondo. Ci interessa essere per loro un punto di riferimento e per questo non serve espandere il numero dei compratori in modo non controllato. Ci teniamo molto a mantenere assoluta l’affidabilità e la riservatezza nei confronti della politica di esclusive che applichiamo, quindi nessuna corsa alla moltiplicazione della clientela. Molto interessante, invece, una saggia e progressiva strategia di penetrazione su mercati nuovi ed emergenti. Sono più di trent’anni che abbiamo cambiato la nostra “mission” dalla produzione di volumi a quella dedicata alla fascia alta ed esclusiva, per questa dobbiamo farci conoscere in tutti quei luoghi dove si può apprezzare il valore di un tessuto italiano, mantenendo l’equilibrio giusto nella costruzione della nomenclatura di clientela».

L’ultimo aspetto da trattare, vista l’occasione dell’esposizione annuale di Proposte, non poteva che riguardare le novità che arriveranno in fiera: «Il trend più evidente riguarda ancora le fibre naturali – dice Farhanghi riferendosi al campo del residenziale – mentre nell’ambito del contract il solco è confermato: la ricerca di una mano e di una risposta estetica sempre più simile – se non uguale – a quella delle materie naturali, pur utilizzando fibre come il Trevira Cs. Per noi, in ogni caso, ci sarà una grande spinta a proposte di stampa digitale poiché l’inaugurazione del nuovo reparto ha dato grande impulso a questo scenario decorativo. Inoltre, proprio le caratteristiche uniche della macchina che abbiamo preparato e messo in opera ci permette di realizzare collezioni con quantitativi davvero minimi, e quindi di rispondere anche a esigenze di micro-collezioni o test di mercato: ciò che porteremo alla rassegna di Cernobbio vorrà raccontare anche questa nostra nuova specializzazione».

 

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