Il valore della concretezza

Understatement d’eccellenza

La storia e l’attualità di Lodetex – rispetto alla “normale” cronaca nazionale – sembra giungere da un altro pianeta. È fatta di scelte azzeccate nel momento giusto, di attente strategie di espansione, di solidi rapporti con la clientela, eppure non è avulsa dal tessuto industriale del territorio. Tutt’altro. Come Luca Farhanghi ci ha spiegato, il successo dell’impresa non può essere slegato dall’essere al centro di un distretto tessile di gran qualità come quello varesotto/comasco – Lodetex è a Busto Arsizio – e proprio le difficoltà in cui versano i distretti produttivi italiani è una delle principali preoccupazioni dell’imprenditore. Avere vicini grandi specialisti in ogni passaggio della filiera di realizzazione di un tessuto è uno dei motivi che hanno facilitato la nascita, nell’immediato Dopoguerra, di questa impresa per volontà di Giuseppe Lodeville, nonno degli attuali manager. Lodetex nasce come il più classico dei converter, ma già nel 1974 avviene la prima trasformazione: da converter a tessitura vera e propria grazie alla “visione” di Shahrokh Farhanghi, genero del fondatore e seconda generazione di titolari dell’impresa. A questo radicale cambio di prospettiva industriale segue – attorno al 1995 – un’altra evoluzione sostanziale: si passa dalla produzione di grandi volumi tessili a una vocazione più sofisticata ed esclusiva, rivolgendosi a una clientela di editori tessili di fascia superiore. Una scommessa difficile – come sottolinea Luca Farhanghi – perché cambiare la percezione qualitativa di un brand e delle sue collezioni, seppur a diffusione specialistica e non di massa, è un’operazione complicata e molto lunga. Nonostante ciò la scelta strategica paga, il cambio di clientela è totale e le collezioni (in massima parte di tendaggio) proposte da Lodetex guadagnano i favori della clientela internazionale a cui si rivolgono. E si arriva alla fine degli anni 90, con l’ingresso in azienda dei nipoti – Luca e Nicola – e, alla svolta del 2000 concretizzata in una nuova sede, nuovi impianti produttivi (il rinnovamento della sala telai con una cinquantina di macchine jacquard e ratiere) e una fase espansiva, dal 2000 al 2006, di grande soddisfazione. Si giunge così all’attualità, costruita sulla base di risultati solidi e programmi di valore. Oggi Lodetex è un’azienda che esibisce, nel suo perimetro dimensionale, una struttura forte e una strategia ben delineata. Una strategia che colpisce per essere molto concreta e adeguata al presente, ma anche orientata ad anticipare l’evoluzione futura del mercato al fine di guidarla e non subirla. «Nel 2012 abbiamo pianificato un importante investimento – ci spiega Luca Farhanghi – per espandere nell’ambito della nobilitazione e finitura la nostra capacità produttiva. Un investimento di notevole per le nostre dimensioni imprenditoriali, ma indispensabile per mantenere il controllo di una filiera produttiva di qualità e garanzia. Del resto la chiave del nostro successo nei confronti della clientela sta proprio nella capacità di rispondere “just in time” e in continuo alle richieste di novità. Per noi produzione e creatività sono fattori indissolubili: non è un caso che, perennemente, tre o quattro telai della nostra sala produzione sono adibiti alla realizzazione di prove e campionature. Il tempo delle presentazioni di collezione calendarizzate un paio di volte all’anno è scomparso del tutto, oggi il processo creativo non ha soste e oltre a essere continuo deve garantire rapidità e serietà. In una settimana siamo in grado di fornire un campione al cliente e la garanzia sulle esclusive e sulla riservatezza è una componente conseguente».

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