La Lanterna del palazzo Ex Unione Militare – Studio Fuksas

La struttura è stata realizzata dallo studio Fuksas per il gruppo Beneton, che nel frattempo ha ceduto l’edifico al gruppo H&M che ne ha fatto un suo showroom.

Il contesto storico circostante ha richiesto un intervento non invasivo sugli esterni dell’edificio, risalenti ai primi del ‘900. La progettazione innovativa si è concentrata quindi sugli interni e sulla copertura, dando vita ad una “lanterna” che all’interno offre uno spettacolare colpo d’occhio, inalzandosi dal piano terra fino al quarto piano, per finire ad emergere a copertura della terrazza panoramica.
Icona del progetto, la grande “lanterna” è costituita da una struttura in acciaio e vetro dalla micro geometria triangolare che “scivola” come fosse liquida, sul tetto. Contiene i collegamenti verticali, gli ambienti di servizio e i vani accessori. I vari piani sono interconnessi tra loro attraverso delle passerelle. La Lanterna ha un’altezza di circa 7,50 m e ospita uno spazio panoramico di circa 300 mq. Di sera si illumina assumendo le sembiaze di una grande lampada poggiata sul tetto.

Il restauro dell’involucro esterno si è limitato alla valorizzazione della facciata storica del palazzo: l’intervento è ribadito da un progetto di light design che ne evidenzia le linee architettoniche durante le ore notturne. 

Gli interni e gli arredi sono caratterizzati da colori forti e da un impatto visivo incisivo grazie alle sinuose aree, colorate diversamente ad ogni piano. Rosso, arancio e viola spiccano sulla base bianca che accoglie e circonda gli arredi bianchi lucidi realizzati su disegno di Fuksas.  Specchi ovali, tavoli, pouf, espositori, grandi petali per poggiare gli abiti, tutti oggetti che spiccano come sulture. Gli arredi sono per lo più in vetroresina.
I controsoffitti si illuminano con colori che richiamano quelli dei pavimenti. Una scala in vetro illuminata da led collega gli spazi.

Al piano interrato è stato riportato alla luce un sepolcro romano della prima metà del II secolo a.C.. Blocchi di tufo e lastre di travertino con un podio alto più di quattro metri. La strada corrisponde all’antico asse che conduceva al «Portus Vinarius» sul Tevere. I reperti sono stati valorizzati da una pavimentazione in vetro che permette al visitatore la visione dei resti archeologici.

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