Creatività proteiforme

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L’esordio di Massimo Giacon, figura poliedrica del mondo della creatività, nel campo del design avviene quando anni fa riceve una telefonata dallo studio di Ettore Sottsass. «Ettore, persona curiosissima – ricorda oggi Giacon – aveva visto l’albo che raccoglieva le mie storie per Frigidaire (Mecanostorie), e mi aveva fatto chiamare per un colloquio. Mi chiese di collaborare con lo studio per alcuni loro progetti. Inizialmente dovevo visualizzare a fumetti alcune idee per i loro clienti, poi, piano piano, sono entrato nel mondo del design vero e proprio, ma ci è voluto po’ di tempo».

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CERAMICA Corpo e mente per Galleria Mazzoli 2020

Vista la sua naturale capacità di muoversi in differenti ambiti della creatività, gli chiedo se non trova che oggi il mondo del progetto abbia un po’ perso quella vivacità espressiva e quella voglia di sperimentare che lo caratterizzava negli anni ’80: «In realtà – risponde – stiamo vivendo un momento in cui se è pur vero che il minimalismo è ancora in auge, anche il design narrativo e decorativo convivono insieme, e insieme a questo anche le collaborazioni con artisti, disegnatori e stilisti.

A ben vedere nel mondo del design italiano è sempre stato così. Dopotutto il design è il settore della creatività più inclusivo di tutti, proprio per la sua natura aperta a molte collaborazioni». Al di là dei trend stilistici, faccio notare a Giacon che due sono i temi che paiono dominare all’interno dell’universo progettuale oggi: quello dell’innovazione (tecnologica innanzitutto) e della sostenibilità.

Gli domando se in quanto progettista  queste tematiche lo stimolino: «Qui si gioca sul terreno della innovazione tecnologica e dei nuovi materiali, due settori in costante ricerca. Ora non sempre industria, tecnologia ed ecosostenibilità stanno bene insieme. Ci si prova, ma ci sono nodi fondamentali, come il fatto che moltissima parte della produzione viene fatta in paesi extraeuropei. E lì allora la carta non si gioca solo sull’ecosostenibilità, ma anche sull’etica del lavoro, settore in cui ci sono ancora moltissimi passi da fare. Quanto siamo disposti a sacrificare in termini di profitto perché l’oggetto costi il giusto e contemporaneamente tutti i soggetti della filiera siano retribuiti equamente?»

Nel suo percorso da progettista, Giacon ha anche realizzato oggetti per la tavola.

Gli domando quindi se oggi, tra Food on the go e Street food, almeno tra le nuove generazioni, la tavola classica non abbia perso quel fascino rituale legato alla convivialità di cui parlava anche Sottsass: «Penso che la convivialità in Italia – replica –  sia ancora centrale. Non abbiamo ancora abbandonato le nostre tradizioni, anzi, per quello che riguarda il cibo a km zero si tratta di tradizioni che sono tornate, non abbandonate. I due anni del Covid ci hanno fatto apprezzare di nuovo i rituali di condivisione del cibo, e allo stesso tempo l’abitudine a consumare cibo da asporto è aumentata esponenzialmente, e non credo che si tornerà indietro. Bisogna lavorare quindi su due piani molto diversi, ma non per questo contrastanti».

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COVER Ettore Sottsass jr e il mistero degli oggetti

A conferma di quanto l’incontro con Ettore Sottsass sia stato importante nel suo percorso creativo, Massimo Giacon ha voluto omaggiare il grande architetto-designer italiano con un libro di fumetti dal titolo Ettore Mr. Sottsass Jr. e il mistero degli oggetti recentemente rieditato da 24 Ore Cultura. Gli chiedo di parlarmene: «Come dico spesso per me lavorare con Sottsass è stato il momento rivelatorio per una metodologia diversa. Per un autore di fumetti gli oggetti, gli interni e le architetture sono di contorno alla storia e ai personaggi, non sono protagonisti.  Ettore mi ha fatto capire come questi elementi non fossero assolutamente disgiunti, e di quanto fossero invece in grado di parlare e raccontare».

Prima di concludere l’intervista chiedo a Giacon se c’è qualcosa che non gli ho chiesto e che ritiene invece importante dire ai nostri lettori: «In effetti c’è e riguarda l’importanza della comunicazione nel mondo della produzione contemporanea. Produciamo troppo, e lo comunichiamo male. Molto spesso mi sono trovato in Paesi in cui, vedendo oggetti disegnati una decina di anni fa, mi chiedevano dove potevano trovarli. Non ne sapevano nulla. Che senso ha dunque produrre un sacco di oggetti che vanno nelle mani di poche decine di migliaia di persone quando con la comunicazione giusta potrebbero essere fruiti da centinaia di migliaia di persone, forse milioni? È anche una questione ecologica: produrre meno oggetti, (ne siamo pieni). A parte piccole innovazioni tecnologiche e sui materiali non siamo in grado di migliorare più di tanto certe tipologie rispetto a secoli fa. Disegniamo meno oggetti e vendiamo più copie di quelli già ottimi realizzati nel passato. Lo dico perché anche se non sembra sono un pigrone!»

Chi è Massimo Giacon

Figura aliena, ma non alienata del mondo della creatività, Giacon lavora da più di 40 anni sospeso tra le sue diverse attività di fumettista, illustratore, designer, artista e musicista.

Protagonista fin dai primi anni ‘80 del rinnovamento del fumetto italiano proveniente da riviste come Frigidaire, Alter, Dolce Vita, Cyborg e Nova Express, ha iniziato a collaborare nel 1985 con Ettore Sottsass, continuando le sue attività con Matteo Thun, Studio Mendini, Sieger Design e progetti per altre aziende tra cui Olivetti, Memphis, Artemide, Alessi, Swatch, Philips, Ritzenhoff, Telecom.

Dopo un decennio di attività musicali per il progetto TRAX di Vittore Baroni e Piermario Ciani con le band Spirocheta Pergoli e I Nipoti del Faraone, nel 1996 ha pubblicato il suo primo album solista Horror Vacui, seguito nel 2003 da La Città Ideale.

Ha disegnato e sta disegnando arazzi, tappeti, ceramiche, articoli per la cucina, illustrazioni per pubblicità, collaborazioni con riviste di moda, progetti per mostre internazionali ed eventi televisivi.

Attualmente continua la progettazione e la produzione di vari oggetti per Alessi, disegna fumetti per Linus e continua le sue attività musicali e artistiche.

Ha ideato il progetto di ceramiche per le collezioni SuperEgo (The Pop Will Eat Himself). Ha prodotto diversi libri. Dal 1990 ha iniziato un’attività artistica che lo ha portato a numerose mostre personali e collettive.

Insegna linguaggio del Fumetto da più di 20 anni all’Istituto Europeo di Design di Milano.

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