Paesi e opportunità emergenti per l’Italian Style

Fra gli sbocchi commerciali più promettenti per il nostro houseware, oggi fanno tendenza l’Est europeo, il Medio Oriente e, naturalmente, la sconfinata Cina. In questi contesti, i produttori nazionali puntano ad espandere i flussi di export facendo leva sui propri peculiari contenuti di qualità, design e servizio, modulandoli in funzione delle tipologie di consumi e delle figure di distributori che caratterizzano il territorio.

Dal punto di vista dei potenziali compratori, i casalinghi italiani di successo posseggono requisiti intrinseci di livello superiore in termini di scelta dei materiali, accuratezza della lavorazione, stile delle forme e dei colori. Italianità è, insomma, sinonimo di raffinatezza e distinzione.

“Cibo & casa”: il concept per la Russia
Di fronte a creazioni di indubbio valore, i consumatori internazionali, adeguatamente stimolati con presentazioni avvincenti, rispondono bene sia nei paesi occidentali sia presso i mercati di recente approccio. A cominciare dalle piazze commerciali più affini e contigue, come quelle dell’Est Europeo: qui i produttori italiani riscontrano un’elevata attenzione alla qualità del food e delle attrezzature da cucina, oltre che all’oggettistica di manifattura italiana. Tale bacino di consumo presenta notevoli potenzialità, trattandosi di aree in sensibile sviluppo economico dove la gente si dimostra particolarmente incentivata all’acquisto di prodotti già da tempo in commercio negli altri paesi Ue; molto elevata appare la velocità con cui si muove la spesa e si creano bisogni sempre nuovi, alla rincorsa dell’allineamento con l’Occidente.

Quando si parla di Europa dell’Est, la prima area che solletica l’interesse degli esportatori, innanzitutto per ragioni dimensionali è certamente la Federazione Russa: in questo paese le vendite di articoli per la casa sviluppano un giro d’affari annuo intorno a 1,7 miliardi di dollari (di cui circa un terzo appannaggio del comparto tavola) facendo leva su un sistema distributivo in cui operano da un lato i grossisti e, dall’altro, negozi indipendenti, catene e grandi superfici. Il tableware in porcellana e ceramica continua a riscuotere i favori del pubblico, nonostante il rallentamento della manifattura di origine nazionale e il parallelo incremento dei prezzi al consumo.

Si possono individuare tre segmenti in funzione dello specifico posizionamento competitivo: porcellana artistica, prevalentemente fatta a mano in Germania, Italia, Francia; prodotti nazionali, cinesi o provenienti da particolari paesi europei (ad esempio, la Repubblica Ceca); articoli lowcost manufatti in Ucraina o in Asia. Sul piano delle cifre di business, logicamente vince il miglior rapporto qualitàprezzo. Con riferimento alle produzioni italiane, grandi consensi riscuote il nostro kitchenware più qualitativo e funzionale, soprattutto in area professionale.

A ben vedere, però, il concetto di made in Italy attrae in maniera decisamente più estensiva, coinvolgendo una vasta gamma di prodotti appartenenti alle più svariate categorie afferenti l’universo casa. Quanto alle tendenze trainanti in fatto di preferenze della clientela intermedia e finale, oggi i russi prestano maggiore attenzione all’estetica e all’eleganza degli oggetti, pur non trascurando mai la valutazione dei contenuti qualitativi intrinseci; tuttavia, i bestseller europei non necessariamente risultano interessanti per gli acquirenti russi, la cui tipica mentalità (condizionata da aspetti geografici, culturali e sociali) va conosciuta approfonditamente se si intende stringere partnership proficue.

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