Il nuovo design valorizza gli elementi tessili_Intervista a Giorgia Dannerlein

Venuta meno l’onda minimalista, un’esuberanza espressiva nei tessili pare oggi nuovamente dominare all’interno degli ambienti domestici… È d’accordo?
Sì, senza dubbio. Si sta assistendo ad un ritorno del decorativismo. Si sta manifestando un nuovo interesse per le grandi stampe, per gli archivi, c’è una grande attenzione nei confronti degli interni d’epoca. Conseguentemente gli interventi architettonici o d‘arredo si caratterizzano per un design artistico che coinvolge anche il tessile: nei tessuti come nelle carte da parati si ritorna agli archivi storici per recuperare disegni d’epoca.

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Hotel Palm Suites Roma, angolo di gusto etnico. Una combinazione tra modernità, originalità del linguaggio creativo e tradizione. Poltroncine M’Afrique di Moroso

Questo ritorno al decorativismo a suo avviso può anche essere considerato come il prodotto della pandemia? Ossia del fatto che la casa è tornata ad essere un nido accogliente e protettivo?
Non direi. È una tendenza che era già in atto prima della diffusione del covid. C’era già un’attenzione verso le stampe, verso i colori e le immagini dovuta probabilmente anche ad un periodo di crisi di valori. Il covid ha comunque rafforzato l’interesse nei confronti della casa, della decorazione, ha riacceso l’attenzione sul particolare e sul bisogno di una casa calda, curata. Nel nostro lavoro di architetti notiamo che la predilezione del consumatore, va verso prodotti, siano essi mobili, tessili o paralumi, in cui a predominare è il colore, il decoro.

Il tessile può contribuire a soddisfare il bisogno di una “casa calda”?
Sicuramente. Nell’arredamento il tessile è importantissimo, è una cornice portante che guida il lavoro degli interior designer e degli molto spesso il tessile finisce per ispirare anche i produttori di mobili. Se ad esempio il trend tessile prevede un ritorno agli anni ’70 con determinati design, decori e colori, i brand del mobile si adeguano alla tendenza. Il tessuto, in altre parole, spesso fa da apripista. Quali elementi tessili usualmente utilizza per dare un’identità alla casa? Ne utilizzo diversi. I tappeti sono per me molto importanti, come anche le tende per la loro capacità di attutire i rumori. Dove è possibile poi mi piace rivestire le pareti o anche i vecchi armadi che grazie al tessuto possono rinascere a nuova vita inserendosi negli ambienti domestici più diversi.

Come è avvenuta, per quanto la riguarda, la conoscenza del mondo tessile?
Quando frequentavo la facoltà di architettura passavo molte ore nello showroom di Fumagalli, un negozio tessile di Roma, al tempo molto famoso. Sono stata attratta dal tessile fin da ragazza e in compagnia della proprietaria di quel punto vendita ho visitato molte fiere perché da questo settore ho sempre tratto molta ispirazione.

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Hotel Palm Suites Roma. Una suite concepita come un giardino interno dove persino il separé in paglia di Vienna cerca la continuità della fibra naturale e della natura. Il complemento d’arredo è protagonista per i suoi tessuti e le sue forme originali. In primo piano la chaise longue della collezione Shadowy di Tord Boontje per Moroso realizzata intrecciando il filato utilizzato per le reti da pesca, quindi lavorato a mano, dialoga con il divano letto ideato da Loto Ad Project. I cuscini, con tessuti di recupero, celebrano la cultura africana sotto una carta da parati scelta per la sua ispirazione naturalistica

Quali sono oggi le tendenze tessili più rilevanti?
Noto una grande attenzione nei confronti dei materiali. Oggi assistiamo ad un revival degli anni ’70 quindi si prediligono materiali più grezzi e naturali. Si guarda al Maghreb e a tutti quei paesi che producono lana cotta. Si amano i tessili molto tramati e naturali. A questo trend, ne affiancherei un altro che prevede un ritorno ai decori del passato, agli archivi storici. Un recupero che arriva fino ai damaschi, quindi alla fine dell’800, inizio ‘900.

Tutte tendenze tessili che guardano al passato… Non trova che questa predilezione nasconda una paura e anche un rifiuto del presente?
Direi di no. Nel senso che sono convinta che ogni nuova tendenza attinga dal passato. Nell’ambito del design, se parliamo di forme e di decori, tutto è una rielaborazione poiché tutto è già stato detto e fatto. Anche brave progettiste come Patrizia Urquiola o Paola Navone nel loro lavoro rivisitano quanto già è stato prodotto. Certo bisogna avere la sensibilità e la creatività giuste per saperlo fare. Per concludere direi che oggi forse solo la tecnologia è in grado di inventare qualcosa ex novo.

Chi è?

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Giorgia Dennerlein è un’architetta che ha fatto del sincretismo culturale il punto di forza del suo lavoro. È la fondatrice di Loto Ad Project, una società di architetti, designer e interior designer, che operano nell’ambito dell’arredamento, della progettazione di interni, dell’architettura e interior. L’obiettivo dello studio è di migliorare e rinnovare la concezione dell’abitare facendo diventare la casa non più un luogo in cui rinchiudersi ma invece uno spazio che comunica e racconta la storia di chi la abita. Ogni progetto nasce in sinergia con il cliente partendo dalle sue idee, che attraverso l’esperienza e la professionalità dello studio, diventano spazi, ambienti e arredi dal carattere unico e personalizzato fin nei dettagli. Eleganza e qualità, ricerca accurata dei materiali e attenta scelta dei migliori brand dell’arredo, complementi e tessuti, completano il progetto che segue la formula “chiavi in mano”. Fra i progetti più importanti, accanto alle dimore private, agli spazi dedicati al retail e alla ristorazione, lo studio ha recentemente realizzato alcuni hotel a cinque stelle lusso, l’Hotel Manfredi a Roma, l’Hotel Punta Tragara a Capri, insieme al boutique hotel Trevi a Roma.

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