Domenico Guzzini, 110 anni di innovazione «buona»

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«La responsabilità nei confronti della persona e dell’ambiente è per noi di Guzzini un valore primario» Domenico Guzzini.

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Caraffa 110 realizzata con plastica derivata da scarti e residui di biomasse vegetali,
dunque di origine non fossile e rinnovabile.

Se c’è un’azienda in cui il concetto di innovazione giusta e buona è indissolubilmente legato ad una passione vera per un saper fare cha nasce dal legame con il territorio questa è la Fratelli Guzzini. Per quaesto ogni incontro con Domenico Guzzini è una occasione per aprire la mente e capire cosa realmente significa essere imprenditori oggi nel nostro Paese. Quest’anno poi l’azienda compie 110 anni un momento, dunque, per fare si un bilancio ma sopratutto per progettare un futuro.

«Se dopo 110 anni siamo ancora capaci di donare bellezza alle cose e ai gesti di tutti i giorni lo dobbiamo all’innovazione continua nel design, nelle tecnologie e nei nuovi materiali. Durante la pandemia abbiamo messo a punto nuove tecnologie e nuovi materiali plastici antibatterici e riciclati, nuove tipologie di prodotto che ci hanno consentito di sviluppare l’azienda in un periodo molto complicato. La nostra ambizione è da sempre quella di essere un brand di famiglia, di casa, sia in Italia che all’estero, espressione di stile e buon gusto, di colore e di gioia di vivere, di benessere e sicurezza, in grado di restare fedele a se stesso eppure sempre propositivo ed innovativo».

Una innovazione quindi non fine a se stessa ma che ha come focus ineludibile l’attenzione alla persona e all’ambiente. Il concetto di innovazione è legato da sempre a quello di rispetto e di sostenibilità nei confronti dell’ecosistema tutto: ambiente, collaboratori, comunità, clienti ecc. La responsabilità nei confronti della persona e dell’ambiente è per noi un valore primario da molto tempo. Più di 35 anni fa abbiamo promosso Design Memorandum, una iniziativa che con ADI ed un gruppo di studiosi e teorici del design internazionali affrontò la questione del design nell’era industriale come condizione di sviluppo del progetto moderno. Il primo punto recitava: «L’ambiente è unico ed uno solo. I progettisti e le aziende hanno la responsabilità morale degli effetti che le loro azioni producono sull’ambiente. In pieno edonismo consumistico questo manifesto metteva in evidenza i problemi che stavano emergendo che nessuno voleva vedere nè sentire e anticipava tematiche oggi urgenti, l’etica e la trasparenza del lavoro e il rapporto con l’ambiente».

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La collezione Tierra (design Pio e Tito Toso) realizzata con materiale plastico riciclato post consumo

Da diversi anni il nostro mantra è prenderci cura del pianeta con il progetto Circle, Reuse don’t Waste, che per noi significa adottare nuove culture industriali basate sul rispetto per l’ambiente. Le partnership con i centri di ricerca, con le università, con il mondo del design e con aziende leader nella produzione di materiali riciclati ci hanno permesso di essere riconosciuti in un ambito internazionale come la prima azienda ad aver definito processi di re-design dei materiali plastici di seconda vita nonché i primi ad introdurre nell’ambito domestico materiali plastici bio-circular derivati da scarti di biomasse. Prova ne è la caraffa 110 realizzata con questo nuovo materiale per festeggiare i 110 anni dalla nascita della nostra azienda dove siamo riusciti a dare prestazione, dignità e soprattutto bellezza.

Il legame con il territorio, l’essere made in Italy sono valori fondamentali. Come Guzzini li esprime? Molti membri della famiglia sono nati in questo bellissimo territorio e anche molti nostri collaboratori ed è molto forte il legame che li unisce da sempre alla comunità locale. Per dare più forza a questo radicamento l’anno scorso la nostra azienda è diventata società Benefit che vuol dire adottare un approccio più evoluto nel fare impresa, integrando nel nostro oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sull’ambiente. La responsabilità sociale nei confronti dei collaboratori e delle comunità locali rappresenta un valore fondamentale che ha guidato il nostro approccio di fare impresa da oltre 100 anni. Con la Società Benefit vogliamo dare un segnale forte in questo periodo storico difficile, rafforzando il nostro impegno attraverso un approccio concreto, misurabile e trasparente. Per l’azienda rappresenta un ulteriore contributo nei confronti della sostenibilità e del futuro delle prossime generazioni. Siamo orgogliosi delle nostre radici marchigiane, sinonimo di bellezza e fieri di essere alfieri del Made in Italy nel mondo, espressione del bello e ben fatto, consapevoli di essere cittadini del mondo responsabili della sua salvaguardia per le future generazioni.

Questi percorsi devono trovare esplicitazione nel punto vendita, touch point fondamentale verso il consumatore. Partiamo da alcune importanti considerazioni: il consumatore oggi è molto più informato e consapevole quando deve comprare qualsiasi bene. La pandemia, inoltre, ha fatto si che tutti noi abbiamo sviluppato competenze digitali e utilizzato di più internet non solo per informarci ma soprattutto per fare acquisti; ma il consumatore ha sempre più il desiderio di uscire e comprare prodotti presso i punti vendita a condizione di trovare un addetto alle vendite cordiale, competente, disponibile nonché un ambiente curato e moderno con un assortimento adeguato di aziende eccellenti e alto rotanti. Queste sono le caratteristiche fondamentali che il punto vendita deve garantire. Infine una consistente fetta di consumatori, soprattutto giovani, ha cambiato il proprio modello d’acquisto post-pandemia dando sempre più peso a criteri di scelta basati sulla responsabilità sociale, inclusività, impatto ambientale e soprattutto Made in Italy. Questi sono valori che la nostra azienda ha adottato come sfida per un futuro migliore con riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale, non a caso, la Fratelli Guzzini è stata inserita fra le 100 Italian Circular Economy Stories, il rapporto realizzato da fondazione Symbola e Enel in collaborazione con la scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che restituisce una foto dell’economia circolare in ltalia.

Lei da sempre è un sostenitore del “lavoro di squadra”. Perché in questo momento più che mai è importante condividere progetti? Vivendo ancora questa situazione pandemica, abbiamo mostrato di avere la forza di resistere ma soprattutto il coraggio di reagire, imparare, cambiare e dare un senso di positività e di fiducia verso il futuro Ma da soli non si va da nessuna parte, per ottenere questi importanti risultati abbiamo formato una squadra di collaboratori molto motivati e determinati, nonché disponibili ad impegnarsi per spingere forte verso l’innovazione. Questo evidenzia che solo sentendosi parte di un progetto comune con una disponibilità all’ascolto, alla condivisione, spinti a motivare e soprattutto ad interagire con gli altri muovendosi nella stessa direzione sulla base degli obiettivi condivisi si può progredire.

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