La Fondazione Cini ospita nella sede dell’isola di San Giorgio Maggiore, a Venezia, l’opera Crow and Individual (Folla e Individuo) di Magdalena Abakanowicz, la più importante fiber artista polacca, che torna in laguna dove era stata invitata a esporre alle Biennali del 1968, del 1980, del 1995 e del 1997. L’attività artistica di Magdalena Abakanowicz è stata fondamentale per la storia della Fiber Art, fin da quando espose alla prima Biennale Internationale de le Tapisserie di Losanna nel 1962, trasformando la richiesta di Lurçat di rinnovo dell’arazzeria in espressione di arte contemporanea basata sulla fibra. Il suo lavoro ha ricevuto numerose onorificenze, Lauree Honoris Cause e medaglie; l’Italia l’ha decorata “Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana”.
Magdalena Abakanowicz nasce nel 1930 a Falenty in una famiglia aristocratica russo-polacca, gli avvenimenti storici la costringono a seguire la famiglia che deve lasciare le proprietà terriere e trasferirsi a Varsavia, dove vivrà in un piccolissimo appartamento adibito anche a studio. Nel 1954 si laurea in pittura e tessitura all’Accademia di Belle Arti, tecnica che sarà fondamentale nell’evoluzione della sua attività. Infatti già durante gli anni del comunismo e delle difficoltà economiche dello Stato nei corsi di scultura scarseggiavano i materiali solidi tradizionali, perché troppo costosi, così anche in seguito la scelta di utilizzare le fibre rende Abakanowicz indipendente da vincoli economici e di spazio e le permette di realizzare grandi sculture eseguendone alcune parti per volta.
Tra i materiali oltre al crine di cavallo, al lino, alla canapa e alla lana utilizza soprattutto il sisal ricavato dai cordami delle navi abbandonati sulle banchine della Vistola, che Abakanowicz disfa, tinge, poi ritesse in pezzi separati e infine assembla indurendolo con resina industriale, dando vita a gigantesche sculture organiche, tra cui i famosi Abakan degli anni Sessanta di cui la mostra La Grande Madre, appena inaugurata a Palazzo Reale di Milano espone il bellissimo Abakan Red I (Rosso Abakan). Le sue sculture sono flessibili, ruvide al tatto, profumate, monocromatiche, antiretoriche e monumentali allo stesso tempo, erotiche e mitologiche, minacciose e affascinanti. Tra il 1976 e il 2005 crea centinaia di sculture figurative fatte con recuperi di grossolana tela di sacco, che cuce e incolla con resine sintetiche, modellando corpi svuotati, acefali, senza identità e che utilizza di volta in volta per comporre grandi installazioni. Crow and Individual è una grande installazione composta una folla silenziosa che procede verso una figura animalesca indefinita, messa in posizione di attacco, chiamata Mutant, archetipo mostruoso dell’autorità; le figure acefale sono precedute dai bambini nelle prime file e poi via via dai corpi degli adulti. È una schiera di umani senza storia, confusi nella massa, senza individualità seppur l’uno diverso dall’altro, immersi nel buio angosciante del salone e illuminati da lame di luce radente: un esercito mutilato, fisicamente scavato, svuotato e passivo in cui, dice l’artista: “Volevo mettere a confronto l’uomo con se stesso, con la sua solitudine nella moltitudine”. (Renata Pompas)