Ballarini è un’azienda storica italiana fondata nel 1889 e parte del gruppo Zwilling. Con oltre 130 anni di esperienza, è diventata un punto di riferimento nella produzione di strumenti di cottura antiaderenti di alta qualità, con una particolare attenzione all’innovazione e alla sostenibilità.
Casastile ha incontrato e intervistato l’amministratore delegato di Zwilling Ballarini Italia, Luca Miglioranzi, per capire come l’azienda affronta le sfide attualie quali sono le sue strategie per il futuro
Archiviate le principali fiere di settore e anche il primo trimestre 2025. Che impressioni state raccogliendo sull’anno in corso?
Nonostante la situazione generale, per i primi tre mesi dell’anno la nostra impressione è positiva e il nostro trend è leggermente in crescita e superiore alle nostre stime di budget. Grazie alla nostra anima multicanale che rappresenta il nostro vero punto di forza.
In che senso?
In Italia, e solo in Italia data la sua particolarità, lavoriamo con ben sette canali di vendita. Questo ci aiuta a differenziarci ma anche a proteggerci. Lavoriamo con gli specialisti, che per noi comprendono anche i department store come Rinascente; i grossisti, il mondo loyalty, l’Horeca, i nostri negozi monomarca, l’e-Commerce e infine il mass market. A questo si aggiunge una strategia commerciale che, nel tempo, si è modificata e che, in poco più di un decennio, ha prodotto quasi il raddoppio del fatturato.
Possiamo approfondire?
Sì, intanto abbiamo optato per una rete vendita “interna” e poi abbiamo scelto una strategia che prevedeva la selezione della clientela a monte; una selezione che tiene conto delle esigenze organizzative aziendali e della propensione del rivenditore ad aderire alle nostre proposte in maniera costruttiva e propositiva. Questo connubio ha prodotto e continua a produrre un circolo virtuoso che consente a noi e ai nostri clienti di raggiungere risultati positivi, anche in una situazione sostanzialmente stabile.
Torniamo ai sette canali di vendita. Quali sono quelli che registrano una maggiore dinamicità?
Tralasciando l’Horeca che davvero sta performando molto bene, direi che è proprio il rivenditore specializzato, quello che si dice essere maggiormente in crisi, a darci molte soddisfazioni con crescite costanti. Il motivo si ritrova nella strategia di cui sopra, che ci evita dispersioni e ci aiuta a concentrare i nostri sforzi su quei rivenditori che credono nella nostra filosofia. Con questo non voglio negare il processo di razionalizzazione che il canale sta vivendo e che non si è ancora concluso, sia lato rivenditore sia lato grossista.

Quali sono le principali sfide che attendono il mercato degli strumenti di cottura?
Il nostro mercato di riferimento è molto competitivo, con un consumatore sempre più informato ed esigente. La sfida principale è differenziarsi, con un assortimento ben calibrato, attraverso l’innovazione e la qualità, mantenendo prezzi accessibili. Inoltre, la crescente sensibilità verso la sostenibilità ci spinge a trovare soluzioni sempre più ecologiche sia nei materiali sia nei processi produttivi.
Come si traduce concretamente il vostro impegno per la sostenibilità?
Da anni lavoriamo per ridurre l’impatto ambientale della nostra produzione e abbiamo un preciso programma di miglioramento verso gli obiettivi 2030. Usiamo alluminio riciclato, ottimizziamo i consumi energetici e adottiamo processi produttivi sempre più sostenibili. Inoltre, i nostri rivestimenti antiaderenti sono privi di PFOA e altre sostanze nocive. La sostenibilità è per noi un impegno concreto e continuo, non solo nei prodotti ma anche nel ciclo produttivo.
… e anche Made in Italy…
Certo, anche se, pur sbandierandolo molto spesso, poi nei fatti non sempre viene premiato. Il riferimento va a certa distribuzione che inizialmente chiede il Made in Italy ma davanti a un prezzo migliore non esita a rivolgersi altrove. In questo senso il Paese non sta facendo sufficientemente “sistema” per tutelare quelle realtà economiche che resistono nonostante le difficoltà del mercato e dobbiamo essere noi produttori a raccontare quanto è importante. Ballarini, giusto per fare un esempio, su alcune confezioni riporta addirittura la dicitura “Made in Rivarolo Mantovano”. Un luogo preciso che si può trovare sulla carta geografica e che fa capire molto bene che il prodotto è veramente fatto in Italia.

Quali sono le ultime innovazioni che vi riguardano?
Abbiamo realizzato investimenti molto importanti sul fronte della produzione, che ci hanno permesso di sviluppare nuove linee di pentole, con rivestimenti di ultima generazione, ancora più resistenti, sostenibili e in linea con le normative europee. Stiamo lavorando su prodotti che garantiscono una cottura ottimale riducendo il consumo di energia. Inoltre, collaboriamo con chef e designer per creare strumenti di cottura che uniscano funzionalità ed estetica.
E il cliente finale conosce e comprende queste innovazioni?
Non nego che nella cottura qualche confusione si è generata. Da una parte è cresciuta la richiesta di prodotti che consentono una cucina più salutare e che a loro volta siano portatori di contenuti sostenibili. Ma di fatto oggi il mercato della cottura vive un momento di distorsione, se pensiamo che il 70% delle vendite è fatto da pentole a induzione, rispetto a una presenza di piastre che effettivamente non supera il 20%. Spesso il cliente è portato a pensare che la scelta di un prodotto per l’induzione sia ecologica a prescindere, ma non è così. Usare una pentola a induzione sul gas è inutile, necessita di maggiore energia e ha un costo di partenza più elevato. Per questo Ballarini investe molto in formazione, soprattutto verso le nuove generazioni che, grazie a nostri ambassador, vengono raggiunte all’interno di Istituti alberghieri, scuole di cucina e Università gastronomiche.
Prospettive future?
Puntiamo a rafforzare la nostra presenza internazionale, che al momento rappresenta il 50% delle vendite di Ballarini, oltre a investire in ricerca e sviluppo. La qualità e l’innovazione resteranno i nostri pilastri, con un focus sempre maggiore sulla sostenibilità. Cerchiamo sempre di anticipare le esigenze dei consumatori e offrire prodotti che migliorino la loro esperienza in cucina.
A proposito di estero. Qual è il Paese che vi dà maggiore soddisfazione?
Indubbiamente il Giappone che è anche sede dell’unico negozio monomarca Ballarini e si trova a Hiroshima.
