Tessuto Bea, come beatitudine

Sono alla mia seconda esperienza con i tessuti firmati Carlo Bertoglio e sto avendo la conferma della versatilità, della praticità e ovviamente dell’alta qualità dei loro prodotti. In questo caso la mia avventura creativa si è tenuta con uno dei tessuti della collezione Bea, stampato a mano e realizzato per il 60% in lino e 40% poliestere. Al tatto in un primo momento può risultare come rigido ma anche solo dopo i primi passaggi di mano, oltre che con l’utilizzo e i lavaggi, prende una morbidezza ideale anche per la realizzazione di pashimine o foulard da sfruttare nelle mezze stagioni. Per quanto mi riguarda ho apprezzato così tanto la texture di questo tessuto che ho deciso di utilizzarne buona parte, senza metterci mano, come base di sfondo per quando realizzo shooting fotografici per il mio lavoro su blog e social networks, un compito di grande rilievo considerando che è diventato il supporto non che la cornice di moltissime fotografie. Lo trovo perfetto per far risaltare i prodotti e tutto ciò che vado ad appoggiarci sopra creando un magnifico scenario di sostegno, inaspettato e per nulla banale ma nemmeno così invadente da infastidire l’occhio di chi guarda. Per un utilizzo più classico lo vedo estremamente bene per rivestire cuscini e affini andando poi a pensare ad una collocazione su bianco o su nero, ad esempio su divani e poltrone ma anche su sedie, per dare una sensazione di movimento in ambienti delle linee più moderne e minimal.

Testo scritto da Ginevra Pol

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