Dal Toscano: il retail offre quella qualità che l’Horeca cerca

Grazie al suo lungo e consolidato rapporto con l’Horeca, Luca Carraresi, titolare del punto vendita Dal Toscano, ci spiega le dinamiche in atto tra questo mondo e quello del retail anticipandoci le sfide che dovranno affrontare in futuro

Per fortuna il fast food, spesso conseguenza dei frenetici ritmi della vita quotidiana che ci sottraggono tempo ed energie, non è riuscito a sconfiggere la predilezione per una cucina sana, fatta con ingredienti naturali, alla quale continuiamo a dedicare, almeno nel nostro Paese, una grande attenzione. Una cura che non riguarda solo il cibo ma anche quel composito mondo che lo accompagna: parliamo della sua “mise en place”, dell’impiattamento e di tutta quella serie di strumenti, piatti, bicchieri, posate, di cui ci serviamo per consumarlo. Il cibo, in pratica, ha bisogno di una corretta scenografia, un aspetto a cui prestiamo attenzione anche quando mangiamo in ristoranti, in bar o in locali. Tanto che spesso il nostro giudizio sulla qualità del servizio offerto tiene conto, oltre che della bontà del cibo, anche di questi aspetti secondari che poi tanto secondari non sono. Di questa tendenza si è accorto anche il mondo della ristorazione che sempre di più, con il fine di assecondare il cliente nella sua ricerca di una qualità a 360°, si rivolge ai negozi del settore, invece che ai distributori specializzati, per rifornirsi di articoli per la tavola raffinati, curati ed eleganti. A riprova di ciò, sono sempre più numerosi i negozianti del nostro comparto che ospitano all’interno del loro punto vendita un settore dedicato alla ristorazione. Di questa tendenza abbiamo discusso con Luca Carraresi, titolare di Dal Toscano, negozio di Borgo Virgilio (MN). Ecco quanto ci ha detto…

Da quanto avete iniziato a rivolgervi anche al target Horeca (bar/ristoranti ecc,) e qual è stata la ragione che vi ha portato ad aprirvi a questo settore?

Abbiamo intrapreso questo percorso nel 2010, anticipando la crisi della lista nozze; un’attenta analisi ci aveva fatto capire che non era solo una questione di marketing o di abitudini di consumo, ma una trasformazione profonda nel modo in cui viviamo le relazioni e la famiglia.

Come sta andando questa esperienza?

Il settore resta strategico per la nostra economia, con un ruolo centrale nella valorizzazione degli strumenti di cottura e nella promozione della cucina.

Come avete pubblicizzato agli inizi questa vostra offerta merceologica?

Prevalentemente sul territorio, attraverso una rete di agenti e attività promozionali come eventi in store e showcooking.

Che tipo di ristoranti/locali si rivolgono a voi? Di che livello? Sono di zona o anche geograficamente distanti?

I nostri clienti provengono prevalentemente dalla città di Mantova e dalle province confinanti. La cucina mantovana è, infatti, un meraviglioso esempio di contaminazione gastronomica: un crocevia di sapori che riflette la posizione geografica della provincia di Mantova, incastonata tra Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. I locali sono prevalentemente tradizionali. Osterie, trattorie e agriturismi la fanno da padrone, pochi i ristoranti Gourmet o di innovazione gastronomica.

Luca Carraresi, Amministratore unico del punto vendita Dal Toscano
Quali sono i motivi per cui i ristoratori si rivolgono a voi e non ad esempio ai distributori specializzati? In cosa consiste il plus che siete in grado di offrire loro?

Oggi la distinzione tra Horeca e Retail è sempre meno marcata. I clienti si muovono liberamente all’interno di questi due mondi con grande disinvoltura. Non è raro trovare strumenti professionali nelle case delle massaie e prodotti retail nelle mise en place dei ristoranti. Siamo, forse, gli unici in Italia, ma sicuramente i primi ad aver offerto questa opportunità di contaminazione creando uno shop in shop Horeca all’interno del nostro punto vendita.

Il fatto che nel campo della ristorazione si presti sempre più attenzione alla qualità e al design dei servizi da tavola è un fattore che agevola il rapporto con l’Horeca?

Non sempre, in questo periodo storico di congiuntura economica il cliente presta molta attenzione al prezzo e sceglie quello che ritiene giusto.

Anche per quanto riguarda la mise en place dei ristoranti esistono dei trend. Basandosi sulla sua esperienza, quali sono attualmente le tendenze che vanno per la maggiore? Mi riferisco a materiali, decori, stili (tradizionale, moderno, contemporaneo ecc).

La mise en place nei ristoranti è diventata molto più di una semplice disposizione di piatti e posate: è un vero e proprio linguaggio visivo. Sta scomparendo la tavola classica con tovaglia a vantaggio di quella minimalista che non la prevede. Tiene ancora il mercato di quella rustica o country chic, con materiali naturali e/o di recupero. Di gran moda la gourmet, in dialogo con l’ambiente e il menù. Piatti con texture materiche, posate in acciaio satinato o colorato (PVD). I bicchieri sono lavorati, talvolta vintage o di design con elementi decorativi botanici o etnici.

Sezione dedicata alle pentole
All’interno del vostro punto vendita avete un’area specifica dedicata alla ristorazione? E se sì, come è articolata?

Sì, come ho già anticipato abbiamo un’area espositiva dedicata di circa 400 m2 con un layout espositivo molto tecnico orientato più alla funzione che all’esperienza. Per dare alcuni esempi, conservazione, cottura, pasticceria, bar, tavola sono alcuni dei settori specifici del reparto.

Che tipo di articoli comprende?

In sostanza gli stessi della parte retail, ma con un orientamento esclusivamente professionale.

Che marchi trattate?

I più importanti marchi di riferimento del settore: Agnelli, Tognana, Bormioli, Sambonet, per citarne alcuni.

Da quando avete iniziato a trattare il settore Horeca avete notato un’evoluzione, dei cambiamenti? Ossia, ritiene che l’Horeca sia un settore dinamico?

Il settore resta strategico per l’economia italiana, tuttavia, per mantenere la competitività, le imprese dovranno investire in innovazione, formazione e digitalizzazione.

Se dei cambiamenti ci sono stati, cosa hanno riguardato?

Ci sono molte sfide da affrontare. Innanzitutto l’inflazione e il potere d’acquisto: il 90% degli operatori segnala la riduzione del potere d’acquisto come ostacolo principale. Vi è poi l’inverno demografico: la popolazione italiana è in calo e gli over 65 spendono molto meno nel settore rispetto ai giovani. Da considerare anche la polarizzazione dei consumi: cresce il divario tra chi cerca esperienze premium e chi punta al risparmio.

Avete in programma di sviluppare questa offerta in futuro e se sì in che direzione?

Un tempo il ristoratore si affidava al fornitore locale, spesso con rapporti consolidati. Oggi, grazie alla trasparenza e alla concorrenza online, si è passati a un approccio più razionale e strategico, dove il prezzo, la qualità e il servizio post-vendita sono decisivi. I ristoratori stanno acquistando attrezzature sempre più online, e questa tendenza è in forte crescita nel 2025. Per questo abbiamo creato Furnitur.it, il nostro primo B2B (con un approccio facilitato simile a un B2C) dedicato al mondo dell’Horeca con vantaggi concreti per chi gestisce ristoranti, bar e hotel. Ampia scelta e confronto prezzi, tempi di consegna rapidi, pagamenti sicuri e rateizzati e consulenza tecnica online.

C’è qualcosa che non le ho chiesto e che invece vorrebbe comunicare ai nostri lettori sul vostro rapporto con il settore Horeca?

In sintesi, i mercati sono in continua evoluzione. Le crisi non sono solo una questione di marketing, raccontano una trasformazione profonda del modo in cui viviamo. Le attività che sapranno cogliere queste opportunità adattandosi con flessibilità e creatività avranno un vantaggio competitivo duraturo, consolidando la propria presenza sul mercato e costruendo relazioni autentiche con i propri clienti.

www.furnitur.it

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